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Vale la penna

Incontrarsi a metà

Una regola assai stuzzicante, di cui la psicologia ci informa con luculliana generosità, riguarda l'assunto per cui la prima impressione vale molto più del nostro intrinseco valore. Valore che può essere dimostrato solo dopo qualche tempo, in realtà, e che pertanto viene penalizzato a causa di una mera questione tecnica.


All'inizio, infatti, appena dopo il primo sguardo, intimamente sappiamo già se il nuovo interlocutore avrà carezzato le corde più profonde del nostro animo oppure si sarà scavato da solo la – figurata – fossa. Regola di cui sopra vuole che, in caso di esito negativo, il malcapitato dovrà stupirci favorevolmente per ben sette volte, prima di raggiungere lo stato di neutralità che gli concederà di partire da capo. E così accade che l'avvenenza del commesso che tiene aperta la porta per noi, aiutandoci a entrare nel bookshop sotto casa, ci predisponga molto più rispetto all'atteggiamento affettato della barista coi capelli arruffati, e il naso rosso e colante, che in quello stesso bookshop ha preparato il nostro caffè. E a nulla serve se sulla schiuma quest'ultima vi ha disegnato un cuoricino: se avesse fatto un sorriso, forse ora non staremmo pensando che quella ci ha starnutito sopra! Basta poi accomodarci, osservare qualche minuto l'ambiente, le dinamiche tra le persone, noi stessi in quel contesto, per renderci inevitabilmente conto che la variabilità umana è talmente ampia e curiosa, che ritenere di saper abbinare la più corretta etichetta a qualcuno fin dal primo istante è pura utopia.


L'istinto e la psicologia ci inducono a formulare da subito giudizi di valore inconsci, ma sta a noi conquistare la capacità di lasciarci stupire dall'ignoto, dando un'ennesima possibilità al tempo.

On line come funziona, invece?

Esiste una etiquette psicologica che ci induca a ritenere come valide le "prime impressioni lette" almeno quanto quelle a pelle?


Si può supporre che la rete non sia avulsa da tali meccanismi, ma che tutto diventi più complesso, dato che per capire sul serio la verità di ognuno serva almeno il triplo del tempo, unito forse a una buona dose di frequentazione de visu.


È proprio in queste circostanze, però, che è possibile incontrarsi a metà.


Fare un passo per ogni passo dell'altro, munirsi di pazienza e restituire verità per ogni ipotizzata verità ricevuta. Una operazione che richiede costanza, attenzione, un buono spirito critico, ma anche voglia di mostrarsi con onestà, se davvero si ritiene di averci visto giusto quando si è avuta la magica "prima impressione".


Ecco ciò che è accaduto a me quando ho conosciuto l'editore.

Una iniziale sensazione di infusa sicurezza, quella che mi ha aiutato a porre il primo seme della fiducia nel fertile terreno delle opportunità.

Poi è stata la cascata: entusiasmo, ironia, predisposizione, meraviglia, ottimismo, carisma, intelligenza, ascolto.


Quando si è davvero fortunati, se anche si sbaglia a valutare chi non lo merita, questi non ce l'avrà a male per la nostra superficialità e sarà invece bendisposto a migliorarci la giornata.


A volte basta un cuore sulla schiuma di latte, altre una semplice stretta di mano protratta e accogliente, altre ancora un sorriso nascosto dietro una tastiera e un messaggio di benvenuto in un mondo così più bello e grande (al profumo di zenzero, magari!), che ogni secondo lo si spenderà per contribuire a renderlo migliore.

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