Le facce degli allenatori
Le abbiamo viste, concentrate, tese, preoccupate. Su quei volti il riassunto di giornate intere trascorse a mettere a punto tecniche di allenamento per raggiungere prestazioni supernaturali, molto simili a quelle degli dei. Loro ( gli dei) osservano, compiaciuti, dalla loro postazione privilegiata, anche con un po’ di timore di essere surclassati da questi esseri imperfetti ossessionati dalla trasmutazione.
Notti intere trascorse per immagini, in cui il sonno è un dettaglio, e l’ossessione la protagonista. Le bambole, macchine da risultato, ( gli atleti),pasta molle nelle loro mani, strumento di potere e di successo, in caso di vittoria. Le noto sempre, quelle facce. E il distacco da questo mondo che non mi piace più da tempo é sempre più grande. Cui prodest? Mi chiedo, e mi rispondo: alla crescita della propria visibilità, la stessa che investe il politico, il musicista, ma anche l’insegnante, il direttore di banca, il manager, il caposala, il primario di un ospedale. Tutti accumunati dal desiderio di esistere, un po’ più su, un po’ più in alto.
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