Patrimonio Mondiale dell’...Umanitá? ( Matera 2019)
Sono nonno di quattro nipoti meravigliosi. Me li ha dati mio figlio, ingegnere elettronico. Vivo in un appartamento non molto grande, a ridosso della cintola che racchiude la città vecchia. È confortevole e non mi manca nulla.
Tra qualche mese la mia città diventerà un brulicare di gente da ogni dove, che come tante formiche si infiltrerà tra i sassi, nelle grotte, e giù per le gravine a raccogliere fossili di conchiglie ancora incastonate tra la terra e la roccia. Non so se sarò contento o se mi darà dolore tutta questa attenzione compulsiva.
E si parlerà di nuovo molto anche di noi.
Io sono uno di quei bambini vissuti nelle grotte come case negli anni cinquanta. Lo scandalo della povertà. Lo Stato si mobilitó dopo che la stampa si accorse che molte famiglie vivevano insieme alle mucche dentro caverne umide, buie, sporche e senza servizi. Io avevo sei anni, all'epoca. Eravamo quattro fratelli.
Mio padre tornava dai campi, d'inverno ricoverava in casa anche la mucca e si lavava con poca acqua nel catino prima di cenare. Un pasto frugale , ma eravamo tutti insieme attorno a quel silenzio scandito dal ruminare delle nostre mandibole.
Papà prima di andare a dormire ci metteva a letto, su un giaciglio di pagliericcio, ci tirava su le coperte e accennava a un sorriso, che per me era come una benedizione.
Oggi questi Sassi sono diventati patrimonio mondiale dell'umanità. Vorrei che la gente capisse di quale Umanità si parli. Un'Umanità oramai perduta tra i Sassi.
Dedico questo breve scritto a una città che amo profondamente e che per motivi “letterari” ho visitato tante volte. E mi pare doveroso uno sguardo al suo più recente passato.