Questa storia va raccontata, perché autentica, tangibile, la vivo quotidianamente. A scuola in una delle mie classi c’è Y.
È in carrozzina da sempre, si sta vivendo il suo inferno in terra. Sorride spesso, spesso si arrabbia, dice bugie, come un adolescente tra i più adorabili e detestabili.
D. e N. non lo lasciano un istante, lo guardano, lo accarezzano, gli sorridono, gli mettono a posto i piedi sulla pedana perché ogni tanto se ne vanno per conto loro, i piedi.
D. e N. sono adolescenti indolenti e poco partecipativi, spesso non portano i compiti, il materiale, le cartelline, sono distratti e litigano con chi non gli va a genio. Ma non perdono mai la brocca quando si tratta di rivolgere uno sguardo, una battuta, una parola bella a Y., che si sente finalmente amato. Quando siamo in palestra Y. corre a fianco di uno di loro che svolge gli esercizi. Y. non viene mai, dico mai, e non ci credereste, abbandonato un solo istante.
In tutto questo mondo sospeso ho visto Dio, quello che non vedo in nessuna altra parte del mondo, ho capito che abbiamo un’altra possibilità in un’altra vita.
Sento, insomma, (come dicono questi nuovi santoni che a me, francamente, piacciono più di quelli a cui ci avevano abituati da piccoli), energie e vibrazioni “alte” che rigenerano più degli integratori che tanto bene fanno al farmacista.
E poi gli insegnanti, Maria e Michele, non sto a raccontare la loro dolcezza profusa, il loro amore.
In questa storia vera, gli angeli con nomi di creature celesti non potevano mancare.
Davvero mi sembra di vivere un sogno, ma non lo è, per fortuna. Siamo su questo mondo che sta crollando nella miseria assoluta, ed è bello vederlo sfracellarsi a piccoli pezzi, mentre colonne d’amore stanno sostenendo il Nuovo che andiamo a costruire.