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Vale la penna

Luce

Sonia ha labbra perfette, quando la incontro non posso fare a meno di soffermarmi sulle linee ben disegnate che contornano i toni aranciati del rossetto, in armonia con il colore dei capelli, mai fuori posto, corti a tenerle le gote bene in vista, lisce e setose. Penso ogni volta al tempo e alla cura persi davanti allo specchio, un’attenzione maniacale, ben lontana dalla mia, che esco di casa così come mi viene, cercando di non sembrare esageratamente sciatta. Non mi infastidisce la sua perfezione, piuttosto la considero una fonte di ispirazione, se pur momentanea, per cominciare ad osservarmi con maggiore riguardo.

La prima volta che  andai a casa sua fu in occasione del compleanno del figlio, compagno di scuola del mio. Una bella villetta in campagna circondata da un parco di pini marittimi. Restammo tutto il tempo in casa, nonostante il tepore primaverile e il cielo terso.

 Le persiane serrate ovunque, tramezzini e coca cola sotto la luce fredda di lampade centrali. Un senso di pesantezza a cui neanche avevo dato troppo peso fino a che, passando regolarmente con l’auto, mi accorsi che le finestre erano chiuse sempre, in ogni periodo dell’anno, a qualsiasi ora del giorno. Da quel momento osservo il volto perfetto di Sonia con uno sguardo diverso, mentre mi interrogo sul buio costante di quelle stanze pallide, in contrasto con  la lucentezza dei colori che sceglie per sé, in una ricerca spasmodica di abbinamenti impeccabili dalla testa fino alle scarpe.

E parte involontariamente un esame dettagliato di una personalità complessa, di quelle che mi intrigano molto. Ma comunque l’ epilogo delle mie elucubrazioni sarà sempre lo stesso, confinato in una parola che risolve le inquietudini che affollano i miei pensieri.

Paura.

La paura di essere compenetrati, scrutati, giudicati. E ci si  difende non lasciando entrare appunti o facili giudizi sul proprio aspetto fisico, perché tutto diventa maledettamente ingiudicabile.

La paura di far entrare la luce, perché è la luce che ci mette a nudo, che rivela i nostri umori e mette in evidenza tutte le imperfezioni possibili.

La paura di vivere mettendosi in gioco, rivelare la parte più autentica di sé.

La paura di fallire, sempre.

La luce  è nel colore delle sue labbra e dei suoi capelli, lei se n’è impadronita e la domina, ma non la lascia entrare.

Mentre la mente viaggia sono arrivata a casa, e mi accorgo che le fodere fiorate di piquet del mio divano è scolorito dalla luce del sole, devo cambiarle, sono così consumate.

O forse no.

 

 

 

 

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